All’interno del XVII Festival della Biodiversità, organizzato dal Parco Nord Milano, le guardie ecologiche del Parco Agricolo Nord Est hanno presentato lo scorso 15 giugno i primi risultati del censimento della flora protetta nei boschi del Parco al convegno “Insieme per la biodiversità in Lombardia” promosso da Regione Lombardia, Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Osservatorio Regionale per la Biodiversità.
Un interessantissima panoramica, con interventi di alto livello profilo professionale e scientifico, sullo stato di salute della biodiversità in Lombardia, considerata in alcuni dei suoi vari livelli (beta e gamma in particolare).

foto di Paolo Rovelli

Uno stimolo per approfondire la ricerca, coinvolgendo anche i cittadini in azioni di Citizen science.
Quantitativamente, il numero di dati raccolti per varie ragioni non è uguale in tutto il territorio regionale. Solo il 2% del totale delle segnalazioni floristiche presenti sull’Osservatorio Regionale della Biodiversità sono relative al territorio della Provincia di Monza e Brianza, nonostante l’importante contribuito delle GEV del Parco Agricolo Nord Est che ne ha determinato un aumento del 25% rispetto alla situazione precedente come pubblicamente riconosciuto dai relatori dell’Osservatorio regionale della Biodiversità.

La conoscenza degli habitat, per il suo elevato grado di complessità di codifica, non può per contro essere delegato esclusivamente agli ambiti scientifici e universitari. La conoscenza degli habitat ad oggi si concentra prevalentemente nei siti Natura 2000 che costituiscono il 15% circa del territorio lombardo, dislocati per la stragrande maggioranza in ambito montano e alpino. Lo stato degli habitat così indagato non è purtroppo dei migliori essendo in buona salute solo il 15% di questi. Obiettivo regionale è quello di incrementare tale percentuale entro il 2030 non trascurando il fatto che nei confronti dell’Italia (con mancanze ascrivibili a tutte le regioni/province autonome italiane) è stata avviata nel 2015 una procedura europea di infrazione relativa alla cattiva applicazione della Direttiva Habitat, come ricordato da qualche relatore.

foto di Paolo Rovelli

In tema di habitat, il censimento svolto dalle GEV del Parco ha comunque evidenziato quale “Hot spot”, punto di particolare concentrazione di specie protette, il cosiddetto Bosco della Bruciata, posto lungo la Molgora tra Vimercate, Carnate e Usmate Velate. Si è potuto altresì evidenziare l’assoluta unicità di tale habitat, riconducibile alla codifica 91F0 tra quelle riportate nell’allegato I della Direttiva Habitat, le “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”.Nonostante fisionomicamente appaia quale robinieto misto, esso infatti risulta ascrivibile o quanto meno più simile, per via della presenza di determinate specie nel sottobosco, ad un tipo vegetazionale (in termini scientifici ad un “taxa fitosociologico”) presente nell’Europa centrale ma non descritto per l’Italia, secondo i più recenti e corposi lavori di sintesi che hanno considerato e comparato un gran numero di rilievi effettuati in Europa e in Italia.